martedì 25 giugno 2019

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Se ne trovano tantissimi in commercio hanno prezzi decisamente più bassi delle altre marche. Tar questi troviamo:

  • Westfalia MarcoPolo: modello che è stato venduto fino alla fine degli anni ’90 e che ha prezzi variabili tra i 4.000 e gli 8.000;
  • Westfalia James Cook: modello che invece è stato molto popolare all’inizio degli anni ‘2000. I prezzi in questo caso partono da circa 8.000 euro e possono salire sensibilmente nel caso di modelli che siano in ottime condizioni e magari con la manutenzione fatta di recente;
  • modelli più nuovi, su tutti l’Amundsen, partono da 40.000 euro per le versioni di seconda mano e anche in questo caso possono salire sensibilmente rispetto al prezzo di partenza per i modelli che invece sono nuovi o comunque tenuti in ottimo stato.
Westfalia è sicuramente una delle marche di cui dovremo tenere conto nel caso in cui ci interessasse davvero avere a disposizione un camper economico, prestante e comunque dotato di tutto quello di cui si ha bisogno per viverci.

Il costo del riscaldamento all’interno del camper

Tra i costi del vivere in camper si dovrà sicuramente tenere in considerazione anche il riscaldamento.
Tipicamente, nella stagione fredda si finisce per spendere 200 g di gas al giorno nella stagione fredda, che possono oscillare verso l’alto o verso il basso, a seconda del tipo di isolamento di cui è dotato il camper, nonché della temperatura esterna.
Durante l’inverno possiamo contare di spendere tra i 2 e i 4 euro di gas al giorno.

Il costo del posteggio

Altra questione fondamentale per quanto riguarda il costo del vivere in camper è quello della sosta.
Secondo infatti quanto riportato dal nostro Codice della Strada non è possibile proibire la sosta ai camper laddove fosse disponibile per le autovetture nonostante quelle che sono poi le pratiche effettive di purtroppo molti comuni d’Italia.
Il camper può essere parcheggiato in ogni area di parcheggio, a patto che:
  • sia poggiato a terra soltanto con le ruote e non abbia alcun altro tipo di sostegno (non si può neanche utilizzare un cono di quelli per bloccare le ruote);
  • non emetta alcun tipo di deflusso, ovvero non abbia alcun tipo di scarico a terra (parliamo principalmente dei liquidi di scarico del bagno o della doccia);
  • non occupi il suolo stradale oltre il necessario per ospitare il veicolo: questo vuol dire che non potremo aprire tende, verande o comunque qualunque altro tipo di struttura che avrebbe bisogno di ulteriore spazio.
In linea dunque teorica è possibile andare a vivere con il camper dove si preferisce e dovunque ci sia la possibilità di parcheggiare anche con una comunissima vettura.
In pratica però le cose non stanno sempre così e ci si trova spesso a dover fronteggiare orde di vigili urbani anche piuttosto agguerriti, che vorrebbero trattare i “camperisti in libertà” alla stregua di abusivi o di nomadi che occupano illegalmente il suolo del demanio.
Sarà dunque il caso, per chi vuole vivere in camper, di scegliersi quantomeno una zona fuori dalla città e possibilmente in un’area che il comune ha adibito alla sosta con il camper.
In alternativa si può stare in campeggio, nelle aree attrezzate: i costi possono essere piuttosto alti durante l’estate, anche se durante l’inverno in genere, soprattutto nelle località marittime, si finisce per spendere molto meno.

Tasse, bolli, costo assicurazione camper

Per quanto riguarda le altre spese di cui dovremo tenere conto per vivere in camper:
  • ci sono da pagare le assicurazioni, che nel caso in cui dovessimo girare dovrebbero includere anche la copertura all’estero: si spendono con una buona compagnia dai 400 agli 800 euro (a seconda del mezzo e del tipo di copertura);
  • il bollo del camper: si pagano tipicamente intorno a 100 euro l’anno;
  • I pernottamenti: nel caso in cui volessimo sostare in aree attrezzate c’è da pagare obolo al gestore: tipicamente si spendono dai 50 ai 100 euro al mese, mediamente su tutto l’arco dell’anno; in queste aree si può anche andare a ricaricare l’acqua, utilizzare gli scarichi, utilizzare l’elettricità e anche talvolta la connessione internet;
  • il costo del carburante: dipende ovviamente da quanto girerete, ma è comunque un costo da tenere in debita considerazione prima di decidere se convenga o meno vivere in camper.
Non ci sono altri costi e quindi, quantomeno rispetto all’affitto, anche nel caso in cui dovessimo optare per dei pernottamenti “di prestigio”, andremmo sicuramente a risparmiare molto.

Conviene vivere in camper rispetto ad una normale abitazione?

Si. Almeno sotto il profilo economico. Le spese annuali difficilmente superano i 2.000 euro, anche nel caso in cui decidessimo di passare del tempo sempre in aree attrezzate a pagamento.
Difficilmente si pagano più di 1.000 euro l’anno per il pernottamento, ai quali si devono aggiungere i costi di bollo e assicurazione, per un costo totale di circa 2.000 euro l’anno appunto.
Molto, molto di meno rispetto anche ad un affitto nell’estrema periferia, comunque con la possibilità di spostarsi di continuo e di vivere dove meglio si crede.
C’è altro comunque di cui dovremmo tenere conto prima di scegliere di vivere in un camper:
  • la soluzione non è per tutti: vivere in camper può essere molto meno comodo di vivere in una casa con tutti i confort e soprattutto per chi non ha spirito di adattamento può essere una soluzione difficilmente praticabile;
  • la vita “on the road” necessita anche di un lavoro che lo consenta: non è possibile spostarsi se si deve andare ogni mattina in ufficio; non è possibile spostarsi se il proprio reddito e il proprio mantenimento sono direttamente collegati ad una porzione di territorio; in questo caso si potrebbe comunque scegliere di vivere nel camper, anche se gli spostamenti dovranno essere limitati, per ovvie ragioni, al minimo indispensabile.
Non è sicuramente una vita per tutti e non è soltanto in base ai vantaggi economici che possiamo compiere una scelta del genere.

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